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Tassa sul turismo, no degli operatori

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BELLUNO. «Non è questo il federalismo che ci avevano promesso e che si aspettavamo. Qui, invece di ridistribuire risorse al territorio, si mettono le mani in tasca alle piccole imprese e ai cittadini. Di fronte a questa proposta non possiamo che essere contrari». Categorica alzata di scudi quella di Federalberghi e del Consorzio Dolomiti contro la possibilità, contenuta nella bozza del decreto attuativo del federalismo che riforma la fiscalità municipale, di introdurre una tassa di soggiorno dai 50 centesimi ai 5 euro per recuperare risorse da investire nel turismo.

«Se la prima uscita del federalismo», attacca subito Gildo Trevisan, presidente degli albegatori, «è creare una nuova tassa, dico che è meglio che questo federalismo arrivi il più tardi possibile. Siamo alla follia pura», stigmatizza Trevisan: «Non è questo il modo di far tornare sul territorio le risorse. Perchè non si prende in considerazione la possibilità di abbassare l’Iva e recuperare così 60 milioni di euro in Veneto? Mi auguro che il buon senso dei sindaci prevalga e che non si applichi questa ulteriore tassa. Il popolo delle piccole imprese ormai è stanco e come diceva un tempo Bossi “Tireremo fuori i fucili”». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del Consorzio Dolomiti, Gino Mondin. «Mi auguro che si ravvedano perchè un’imposta di soggiorno non farebbe altro che aggravare la nostra situazione. Non è questo che mi aspettavo dal federalismo».

Si dice contrario ad una tassa di soggiorno che grava sul turista, ma favorevole ad una tassa di scopo da dividere tra gli operatori del settore, invece, Renzo Minella presidente di Dolomiti Turismo. Deluso anche il vicepresidente del consiglio veneto, Matteo Toscani. «Nom mi entusiasma questa soluzione perchè sarei più proponso ad una diversa ridistribuzione delle risorse. Mi auguro che se la tassa deve essere introdotta che sia un provvedimento temporaneo e soprattutto che sia condivisa col territorio». Unica voce fuori dal coro, il consigliere regionale del Pdl, Dario Bond. «Valuteremo questa possibilità, anche se una tassa di soggiorno, come si applica in Alto Adige o all’estero, si può pensare se finalizzata per sistemare ad esempio le strutture alberghiere».

di Paola Dall’Anese – fonte: Corriere delle Alpi


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